Mediocrazia: perché il Conformismo Vince (e il Merito Perde)
I mediocri hanno preso il potere? Che cos'è una "Mediocrazia"? Ci siamo già dentro? E come uscirne?
Ciao, sono Luka Petrilli, e questa è "Meno Rumore", la newsletter che invita al pensiero critico con spunti di riflessione ispirati da libri e attualità.
Hai mai visto qualcuno ottenere una promozione perché bravo a dire “sì”? Ti è mai capitato di vedere una persona competente ignorata perché "scomoda"? Hai mai avuto la sensazione che non sia sempre il merito a permettere alle persone di fare carriera?
Alain Deneault, filosofo e accademico canadese, ha provato a rispondere a queste domande con il suo libro del 2015, La Mediocrazia. Quello che poteva sembrare un saggio di nicchia si è rivelato un successo inaspettato, anche grazie alla provocante tesi di fondo: i mediocri hanno preso il potere.
Sebbene il libro sia una rielaborazione di articoli e pecchi di inorganicità, ha il grande merito di sollevare interrogativi fondamentali su una dinamica che tocca politica, aziende e cultura.
Chi sono i "mediocri"? Come mai fanno carriera? E perché lasciare loro il potere può essere pericoloso?
Quanto conta il Merito?
Pensa a un politico che sembra dire tutto e il contrario di tutto, senza mai prendere una vera posizione o contraddicendosi una volta salito al potere. Oppure al manager che fa carriera non per le sue idee o la sua competenza, ma perché sa sempre come compiacere chi sta sopra di lui. O ancora, agli intellettuali da talk show, che sembrano più attenti a non disturbare che a dire qualcosa di significativo; o all’ultima opera di divulgazione frutto di un copia incolla, più che di riflessione critica.
Tutto ciò non è un caso, ma effetto di un sistema che tende a non premiare sempre il talento o il merito, ma piuttosto chi si conforma e non disturba.
A questo proposito prendiamo a prestito un passaggio da Il senso dei valori (Mimesis, 2024) di Andrea Zhok (filosofo e dottore di ricerca dell'Università di Milano):
La meritocrazia reale è un sistema di selezione e coltivazione di specifiche forme di conformismo. L’accreditamento come “competenti” avviene in maniera preponderante non attraverso l’esibizione di virtù o capacità obiettive, ma attraverso l’adeguamento alle regole di accreditamento vigenti, quali che siano. Il conformismo è la principale virtù della meritocrazia reale.
Ed è proprio qui che può venirci in aiuto il testo di Deneault citato all’inizio: siamo sicuri che viviamo in una meritocrazia? O più spesso ci troviamo di fronte a una “mediocrazia”?
Conformismo e Mediocrità
Secondo Deneault, il mediocre non è una persona incapace o priva di talento. È qualcuno che sceglie di conformarsi, che preferisce la via più sicura, che non mette mai in discussione le regole se così si è sempre fatto e se così conviene, materialmente parlando.
Il mediocre, secondo Denault:
✔️ Non disturba lo status quo, del quale conosce le regole.
✔️ Dice sempre "sì" se questo significa aumentare le probabilità di fare carriera o assumere una posizione di controllo.
✔️ Si adatta alle logiche del potere, senza mai sfidarle, anche quando nel profondo potrebbe trovarsi in disaccordo, come l’acqua che si modella in base al contenitore in cui è inserita.
Il seguente estratto (tratto da un’intervista ad Alain Deneault del 2017, apparsa su La Repubblica) può aiutarci a chiarire il cuore della mediocrazia:
“Mediocre è chi tende alla media, chi vuole uniformarsi a uno standard sociale. In breve: è il conformismo”
Il mediocre non è quindi l’incompetente, tanto che possono esistere mediocri di talento. Per Denault anzi è proprio il tecnico (figura principe nell’arena politica nostrana degli ultimi decenni), o il cosiddetto “esperto”, ad avere un ruolo centrale nella Mediocrazia:
“L’esperto è una figura centrale della mediocrazia: si sottomette alle logiche della governance, sta al gioco, non provoca mai scandalo, insegue obiettivi. [...] I veri intellettuali seguono interessi propri, curiosità non dettate a comando, possono uscire dal gioco.”
Chiarito cosa sia un mediocre per Denault resta da descrivere il cuore del sistema Mediocratico.
La Mediocrazia è l’Estremo Centro
Il sistema descritto da Deneault vuole premiare il conformismo. Chi si adatta, chi rispetta gli standard senza mettere in discussione il "come si fa" viene ricompensato.
Essere competenti non basta. Essere brillanti può perfino essere un problema. Nel sistema mediocratico, a vincere non è il migliore, ma il più adattabile. Il più allineato.
Il merito del saggio di Denault è proprio quello di chiarire la differenza sostanziale tra chi guadagna l’approvazione distinguendosi per merito e chi invece la ottiene conformandosi all’ambiente.
Perché non è sbagliato cercare il riconoscimento altrui, ma la differenza è in come lo si ottiene. “Piegarsi in maniera ossequiosa a delle regole stabilite al solo fine di un posizionamento sullo scacchiere sociale” è l’obiettivo del mediocre. La mediocrazia diventa così l’antitesi della meritocrazia.
Il risultato? Una società che si posiziona costantemente all’estremo centro (per dirla come Denault), dove tutto è standardizzato e il pensiero critico viene confinato ai margini.
Si può uscire dalla Mediocrazia?
La mediocrazia non è solo un problema astratto: è qualcosa che tocca la vita quotidiana. Dal lavoro alla politica, dall’educazione alla cultura, il conformismo rischia di soffocare qualsiasi ventata di cambiamento positivo.
Uscire dalla mediocrazia è possibile cambiando radicalmente prospettiva: posizionarsi sempre al centro è semplicemente una scelta di comodo. Non sono sicuramente azioni medie o eventi medi a modificare il corso delle nostre vite.
Nella ricerca della comodità non vi è nulla di male a priori, ma bisogna essere consci che qualsiasi cambiamento o crescita personale presuppongono l’abbandono, almeno temporaneo, di una comodità acquisita, per darsi l’opportunità di esplorare, rischiare, conoscere, testarsi.
Questo non è un invito ad assumere posizioni estreme, ma semplicemente un incitamento al pensiero critico: a non prendere per buone le opinioni di altri se non vi è trasparenza nei ragionamenti, a mettere in discussioni processi e ideologie se non si è convinti delle basi che le fondano.
Se non impariamo a pensare in modo critico, rischiamo di essere inghiottiti da questo sistema. Non è solo una questione di carriera: è un modello che soffoca la creatività, il coraggio e l’innovazione.
L’unica via d’uscita? Riscoprire la curiosità, il pensiero indipendente, il coraggio di mettere in discussione.
Come diceva una persona sicuramente fuori dalla media:
“Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso.”
ALBERT EINSTEIN
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Il mediocre non assume alcuna posizione di controllo o comando: non sarebbe capace di prendere decisioni in autonomia, tempestive e proficue. Il mediocre invece viene selezionato per servire egregiamente chi sta sopra di lui, che spesso gli delega il lavoro sporco, risolvendo due problemi: dare uno pseudo lustro al mediocre ed avere pronto un comodo parafulmine. Nessuno delegherebbe seriamente mai alcunché al mediocre, con l' intento che faccia qualcosa di utile. Il mediocre si barcamena, credendo di avere il vento in poppa, e se gli viene riconosciuta una posizione, le ipotesi sono che la poltrona : a) scotti, b) stia per ribaltarsi, c) ci si debba sedere il caro, vecchio, utile idiota.
Grazie Luca, sempre interessante.
Eccellente spunto di riflessione